Le radici definiscono l’albero ancor più quando viene trapiantato. Questo almeno verrebbe da pensare osservando l’opera pittorica di Marco Ronga, artista a tutto tondo nato a Caserta, a pochi passi dalla magnifica “Reggia che fa impallidire Versailles” e ormai da tempo residente a Padova.
Essere nato e cresciuto in una terra illuminata dal sole ed aver allenato i propri occhi di architetto ancora bambino sulla incomparabile raffinatezza, architettonica ed artistica in ogni suo dettaglio, di quel Palazzo Reale che supera ogni altro al mondo, ha lasciato senza dubbio il segno nella sua opera pittorica, di ieri e di oggi.
Non è un caso infatti che nella intervista in video che pubblichiamo qui, girata nella sua casa studio, ci abbia raccontato come, trasferitosi nella storica città veneta, abbia imparato ad amarne la luce e le atmosfere più tenui e rarefatte, ma quando le nebbie e le foschie perdurano per troppo tempo, abbia l’intima necessità di saziare il suo atavico bisogno di luce e colore attraverso i toni accesi della pittura.
E così ecco comparire sulla tela, laddove nella realtà è solo accennato, o addirittura assente, il giallo puro e splendente, come simbolo tanto della luce solare diurna, che di quella artificiale dai toni caldi che illumina lo spazio nelle ore della notte.
Il giallo sembra quasi una cifra di astrazione nella sua pittura, mai del tutto assente anche nelle opere del tutto giocate sui toni freddi, a soddisfare l’occhio dell’osservatore per quel fenomeno proprio del cosiddetto Contrasto dei Complementari.
Come pure la sua formazione di architetto – un corso di studi che abitua alla percezione ed alla gestione dello spazio visivo – che emerge dal taglio sempre accuratamente scelto di ognuna delle opere, tale da enfatizzare il dialogo tra le forme e la narrazione che ne risulta, e che nel ciclo dei “Ritratti Interattivi”, in cui la disposizione dei volti è liberamente modificabile dall’osservatore, giunge alla sua massima espressione.
“In una figura, cercate la grande luce e la grande ombra, il resto verrà da sé.”
Edouard Manet
Ma lasciamo che sia lui stesso a raccontarcelo in questa bella chiacchierata, da cui traspare quanto l’Arte possa rappresentare un vero e proprio centro esistenziale della propria personalità, uno scudo di fronte alle avversità ed un motore inesauribile per ogni nuovo progetto di vita.