di Enrico Meo
La nostra epoca, già da molto tempo, ha preso coscienza del fatto che non esistono solo cinque sensi. Per l’uomo attuale sono infatti molto importanti due nuovi sensi, tra loro strettamente legati e sconosciuti nel passato: il senso aptico e il senso cinestetico, detti anche percezione aptica e percezione cinestetica.
Negli anni cinquanta con l’intrusione della proposta visiva contemporanea la disciplina dell’Arte diventa non più la mediatrice tra uomo e natura, così come era nel periodo antico, ma semplicemente un prodotto di tipo concettuale, che produce segni indicativi con l’intenzione di azzerare tutti i valori comunicativi del passato.
I fautori di questa iniziativa cercano di abolire la concezione sensista, con lo scopo di evitare i problemi di natura psicologica.
In sostanza la proposta visiva contemporanea, sostenuta da un sistema edonistico, evita il senso che può offrire la profondità del creato, per cui l’educazione di base non viene informata sui valori che offre la forma. Per i concettuali l’educazione all’Arte è sostanzialmente un esercizio mentale vuoto, che non emoziona e che non educa all’attività percettiva e alle leggi che la orientano.
Il percorso visivo è invece un percorso che cura la sensibilità estetica, che vuol dire educazione all’attività percettiva e alle leggi che la orientano; questo sistema educativo può sviluppare non solo dei prodotti utili ma soprattutto è una terapia salutare per chi la esercita perché incarna tramite il fare il sistema per mettere a tacere i rumori devastanti della mente, per favorire principi di serenità.
L’artista deve riabilitare l’attività visiva e non crogiolarsi nel proprio brodo. Infatti, l’uomo nella visione ottica e aptica integrata, cessa di essere un contenitore di falsi pensieri, per favorire invece una totale appercezione ovvero una chiara consapevolezza delle proprie percezioni e chiara distinzione tra soggetto percipiente e realtà percepita.
È con l’appercezione che avviene il passaggio dalla percezione all’azione del fare, perché così l’uomo liberato dalle incrostazioni mentali e dai miti del ferreo determinismo economico può sviluppare il senso creativo e arrivare a un sano senso
culturale.
Enrico Meo