Sono passati solo pochi mesi da quando midjourney, piattaforma di intelligenza artificiale per la generazione di immagini a partire da comando di testo ha fatto la sua comparsa sulla ribalta internazionale, assieme ad altre tecnologie e applicazioni di A.I. dedicate ai settori più disparati.
Diciamo che, dopo più di vent’anni anni di incubazione (il film che ne prefigurava la comparsa, intitolato A.I. – Intelligenza Artificiale, uscì nel 2001, guarda caso proprio l’anno dell’attentato alle Torri Gemelle, che ha cambiato le nostre vite) nel momento in cui è entrata in scena, la A.I. lo ha fatto a gamba tesa: la massa del pubblico non ha fatto ancora a tempo a capire cosa comporterà questa novità nella vita di tutti, che le varie A.I. ognuna nel loro campo, macinano dati ogni secondo e aumentano il loro database di apprendimento in modo esponenziale.
In queste pagine parliamo di Arte e se qualche mese fa le nostre considerazioni potevano essere di un certo tenore, il rapidissimo progresso della tecnologia ci costringe ad aggiustamenti. Ancora troppo presto per fare anche un primo bilancio, ma certo qualche breve osservazione su cui riflettere è già tempo di muoverla.
Lo spunto ce lo offre questa curiosa pagina Instagram, piattaforma molto usata per le immagini, dove una “galleria d’arte” mostra immagini di dipinti nuovi di vari autori.
“Chi sa fingere bene danneggia il nemico più in fretta.”
Publilio siro
Il colpo d’occhio iniziale è accattivante, vari artisti, varie opere con impatto e tema diverso, alcune di esse, come per esempio quella in copertina di questo articolo, evidentemente pittoriche. Per la maggior parte degli utenti medi che la osservano sugli schermi degli smartphone, si tratta di un ritratto di gruppo del fiammingo Adelbert Van Rysen, appartenente alla cerchia del caposcuola Frans Hals, che con la sagace ironia del suo maestro descrive le attenzioni degli amici del defunto verso le bellezze della vedova, che pare apprezzare sorridente.
Invece Adelbert Van Rysen è un nome di fantasia, come tutti quelli degli altri artisti, della pagina, ognuno con il suo stile e la sua surreale, tipica ironia.
In poche parole un tizio con una ottima cultura visiva e notevoli capacità tecniche con questo nuovo strumento può produrre simulazioni estremamente convincenti, in vari stili pittorici, che per il consumatore medio saranno più che sufficienti, allo stesso modo che lo è un poster ikea, per soddisfare le proprie necessità estetico-visive nell’arte, o in qualcosa di contiguo.
Per ora – e siamo solo a pochi mesi dall’esordio della AI nella generazione delle immagini – chi ha un occhio più navigato prova una sensazione di rapido succedersi di meraviglia/sazietà, volendo passare a consumare altro del genere subito dopo aver “contemplato” una immagine così creata.
Ma fra non molto, chissà…
Di certo la differenza tra una battuta di spirito da osteria e un verso poetico ad alta densità, a parità di numero di parole fa sì che sulla prima, una volta consumata, non si ritorni più, sul secondo si ritorni nei momenti in cui ci accadono cose importanti.
Allo stesso modo tra una immagine di questa galleria vista sul telefono e una tela di Rubens vista dal vivo, la differenza è paragonabilmente drastica.
Ma per la famosa massa, quella appunto che per un tocco artistico in casa la scelta è un poster Ikea, il concetto di Arte cambierà… In meglio?
Ai posters l’ardua sentenza.