Fotografie di Francesco Radino a cura di Roberta Valtorta al Museo di Fotografia Contemporanea, MUFUOCO, Cinisello Balsamo, Milano, sino all’ 8 ottobre 2023.
Capita non di rado che nelle congreghe – anche in quelle più coese – ci siano personaggi, individui, più di spicco ed altri o solo uno di questi, non marginali ma più defilati, più “obliqui”, diciamo così, rispetto al nucleo centrale del gruppo. Francesco Radino fu un esempio lampante di tutto ciò. Nato sotto cieli toscani da un lignaggio “pittorico”, sia babbo che mamma erano difatti pittori, presto si inerpicò nella travagliata arte minore della pittura, la fotografia, approdando gioco forza alla capitale dell’Immagine, Milano. Qui per il solito ossimoro, lui uomo del Sud, per il parentado, si immerse appieno nell’essere meneghino, covo e fucina (NEL BENE E NEL MALE) della Civilizzazione dell’Immagine: pensiamo solo che tra le tante riviste di architettura e di design albergavano a Roma solo “L’Arca” ed un forte brusio attorno alla galleria “Apollodoro” dei rinomati coniughi “architettonici” Portoghesi, tutto il resto ed era un “resto” grande stava di stanza a Milano. Così Radino si immerge nelle vesti del fotografo e coltiva la professione ma anche la sua peculiare ricerca personale in svariati branche a partire dalla fotografia soi disant “sociale” ed in questo parallelo all’interesse del suo compagno di congrega, Gabriele Basilico che mosse i primi passi fotografando l’ambiente delle balere emiliane (!) e poi, per lo più, nel design, nell’architettura, nella ritrattistica – ci piace dir così – urbana e qui in iper-allineamento con i desiderata della su citata congrega che cavalcava a piene dosi l’affascinante tema dell’archeologia industriale e della sua relativa documentazione, vedi alla voce oltre al già citato Basilico, Vincenzo Castella, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Olivio Barbieri et alii. Su tutti questi svettava l’egida del magistero iconografico, insuperabile, del grande Gianni Berengo Gardin. Radino a dispetto di tutto ciò si svincola in quale guisa dal letto di questo fiume impetuoso di significanze autorevoli in quanto firma sempre con i suoi lavori, specie quelli ad uso personale, una caratura dell’immagine di una Eleganza estrema tanto più difficile da raggiungere se si considera l’eterogeneità dei campi fotografici da lui indagati. Per questo è un vero peccato seppur comprensibile dalla cornice che deve ospitare una mostra che nella rassegna del MUFUOCO non vi siano state presenti nessuna delle sue foto dedicate al Mare in Inverno, decisamente delle poesie posate sulla carta ai Sali d’argento, nondimeno è una mostra da non perdere per gli amanti del Bello, dell’Eleganza anche perché è purtroppo in scadenza il 10 di ottobre 2023.