Arnold Mariashin è un artista della fotografia nato a San Pietroburgo nel 1970. La sua prima esperienza con la fotocamera è stata all’età di otto anni. Ha continuato a lavorare con le immagini su vari media, laureandosi presso l’Università Statale di Arte e Cultura in regia cinematografica, con specializzazione in fotografia e storia della composizione. Per lungo tempo ha usato macchine fotografiche autocostruite di piccolo e grande formato e sviluppato stampe in una piccola camera oscura allestita nel bagno del suo appartamento. Nel 2022 si è trasferito in Turchia, dove ora opera.
Contemplando le sue opere nella sua pagina web ufficiale colpisce tanto la assoluta maestria compositiva, quanto la padronanza del colore prodigiosa, perfettamente connessa ad una capacità di trattamento della luce che difficilmente trova eguali.
Una delle prime cose che si nota percettivamente nelle sue opere più recenti è che l’occhio non consuma l’immagine e se ne sazia con la stessa velocità con cui consuma solitamente le fotografie, anche quando esse siano opere di alto livello qualitativo.
E questo è un chiaro indicatore della natura ibrida delle opere, ossia del fatto che la materia di cui sono costituite non appartiene interamente al mondo della fotografia, pur mutuandone una larga parte.
Le opere di Mariashin sono infatti frutto di una procedura realizzativa che le colloca letteralmente a cavallo tra fotografia analogica e pittura, dal momento che ogni opera comporta uno specifico intervento manuale, successivo alla fase ottica.
La fase fotografica iniziale, come detto in apertura, è effettuata a mezzo di fotocamere analogiche “personalizzate” con impressione su negativo e successiva stampa ottica manuale su carta baritata ai sali d’argento.
In questa fase viene risolta specificamente la componente di regia compositiva delle opere, attraverso la disposizione perfettamente organizzata del set di ripresa. Quindi immediatamente dopo la componente chiaroscurale, particolarmente critica data la scelta espressiva di usare l’intero spettro dinamico dalla massima ombra alla massima luce, ma contemporaneamente mantenendo al minimo il contrasto in modo da avere una morbidezza e gradualità chiaroscurale che si nota a prima vista.
La stampa manuale su carta baritata porta come risultato all’inizio della fase pittorica, che conduce quindi al risultato finale. E che rappresenta la vera cifra stilistica di questa produzione matura dell’artista.
L’intervento manuale sulla stampa originale è effettuato infatti attraverso l’impiego straordinariamente raffinato della coloritura con aniline.
Come sappiamo questa tecnica veniva usata prima della diffusione della fotografia a colori per aumentare il realismo delle stampe fotografiche in bianconero.
Le aniline sono colori in polvere, che vanno applicati a pennello, tampone e mezzi pittorici similari, mediante lavature successive, allo scopo di conferire la coloritura con l’opportuna saturazione senza andare a coprire i dettagli della grana fotografica di partenza. Il controllo pittorico assoluto fa in questo caso la differenza.
Anche perché, come si vede nelle fasi espressive precedenti dell’artista, la colorazione con aniline veniva da lui impiegata in modo fortemente espressionista, tanto da mostrare con chiarezza la giustapposizione delle due componenti, quella fotografica di base e quella pittorica volutamente coprente e stesa con pennellate visibili, oltre che con zone lasciate senza colore.
Mentre nelle opere che riportiamo in queste pagine l’unione tra fotografia e pittura è portata ad un livello di fusione che le rende inscindibili alla vista. Tanto da rappresentare un vero e proprio conseguimento tecnico, espressivo e poetico.
In effetti vien da pensare che la tradizione pittorica realista russa trova nel particolare mix che questo artista della fotografia ha raggiunto, una espressione in piena sintonia con il nostro tempo, ma dotata di una profondità e uno spessore “materico” che è ritrovabile in opere realizzate in pittura.
Chi sa cosa vuole, ha in mente un risultato e ha sviluppato attraverso il suo persorso unico e personale le competenze interdisciplinari necessarie per raggiungerlo, può ancora adesso dare vita a risultati di grande bellezza e fascino, godibili sia da un pubblico di profani che di esperti.