In seguito all’avvento del paradigma digitale, la Fotografia è quella tra le Arti di nascita recente, che ha subito la trasformazione più radicale, non solo dal punto di vista strettamente tecnologico, ma soprattutto sociale.
Una trasformazione ancora maggiore di quella che ha subito la Musica, che infatti oggi si può ascoltare e comporre attraverso un comune smartphone, ma non ha visto scomparire la sua storica forma “analogica” con strumenti acustici, che conserva ruolo e pubblico, pur perdendo in percentuale.
Mentre scattare una fotografia nel 2021 con una fotocamera analogica equivale a scegliere per la casa mobili di antiquariato, guidare automobili con le ruote a raggi, volare su un biplano: si può fare, certo, ma per nostalgia o per incarichi particolari.
Una fotografia è un segreto su un segreto: più ti dice e meno sai.
Diane Arbus
Chiunque voglia scattare una foto, adesso usa una fotocamera digitale o ancor più spesso uno smartphone di ultima generazione, che incorpora in un oggetto tascabile tecnologie in grado di produrre immagini di estrema qualità tecnica.
Ma allora in quale fase sopravvive per la fotografia quella essenziale componente di artigianato in grado di dare, nel contatto tra lo spettatore e l’opera finita, una emozione fatta anche di matericità, di sapiente cura realizzativa, e perché no, poesia?
Lo abbiamo chiesto a Michele Gusmeri, titolare di GusmeriFineArt, singolare figura di fotografo che si è costruito sin dalle prime fasi della professione una competenza di alto profilo nella sia nella Stampa Analogica che in quella Digitale Fine Art.
Le sue indicazioni sono di estremo interesse per chi, da autore o da semplice appassionato di fotografia, voglia comprendere dove ritrovare, nella situazione attuale della Fotografia, quella componente umana residua che ci emoziona.
Lo scatto digitale è infatti solo l’inizio. Perché esso non rimanga una entità di pixel virtuali in un hard disk, ma diventi qualcosa di materiale, che suggerisce quotidiane emozioni a chi lo possiede, c’è bisogno di quello che ci descrive nell’intervista.