Un artista scultore ottocentesco di straordinarie qualità è stato il milanese Giovanni Strazza, il quale nella sua produzione artistica ha raggiunto esiti che, oltre a stupire per virtuosismo, sono esempi perfetti di quanto a volte si usi del tutto a sproposito la classificazione “realismo” per connotare un certo linguaggio artistico.
A dircelo non è ovviamente un testo d’arte, ma una disamina scientifica di estremo interesse uscita qualche tempo fa su Scientific American, che qui abbiamo tradotto per maggiore immediatezza, ma di cui riportiamo il link originale in calce all’articolo.
Si tratta di concetti comprensibili anche ad un pubblico di non addetti, ma che chiariscono come le categorie usate per identificare opere e linguaggi siano spesso imprecise e insufficienti. Ma veniamo al contenuto dell’articolo.
Svelare l’Illusione
di Susana Martinez-Conde, Stephen Macknik
La raffigurazione di pieghe intricate in tessuto sospeso è un tema ricorrente nella storia della scultura. Dalla Nike di Samotracia del II secolo a.C., alla Pietà di Michelangelo, alle astrazioni dei drappeggi di Karen Lamonte, una delle sfide principali degli artisti è stata quella di trasmettere l’assenza di gravità e la fluidità con materiali compatti come l’acciaio e la pietra.
La Vergine Velata, opera ottocentesca dello scultore italiano Giovanni Strazza, rappresenta l’estremo esempio di questa ambizione, come una delle più squisite raffigurazioni di marmo reso etereo.
Scolpita da un blocco di marmo di Carrara e ospitata dal 1862 nel Convento della Presentazione a Terranova, in Canada, la scultura è un busto della Vergine Maria, con lo sguardo abbassato come in preghiera o dolore e le sue fattezze avvolte dal più sottile e traslucido velo.
La luna è Scultura. Il sole è Pittura.
Nathaniel Hathworne
Sebbene ogni strato della scultura sia fatto dello stesso solido pezzo di roccia, gli osservatori possono separare con poco sforzo percettivo il tessuto del velo dai tratti del viso di Maria. Questa straordinaria abilità non si limita ai volti drappeggiati, ma si applica anche a una grande varietà di oggetti, secondo un recente studio di Flip Phillips del Rochester Institute of Technology e Roland Fleming della Justus-Liebig-University di Giessen in Germania.
Gli scienziati sono rimasti sorpresi dalla coerenza con cui gli spettatori hanno separato mentalmente gli strati di tutti i tipi di oggetti arbitrari, non solo la Vergine Velata. “Sembra essere un’abilità generica propria di tutti e non specifica di oggetti e materiali familiari”, afferma Phillips.
Phillips e Fleming si sono resi anche conto che, per suggerire in modo credibile la trasparenza, l’intaglio di Strazza si è allontanato dalla geometria del vero drappeggio.
In particolare, il suo ritratto della Vergine Velata alterna la resa della vera forma del tessuto sovrastante a quella del viso sottostante come se non fosse coperto dal materiale. Un esempio è l’occhio sinistro di Maria, che Strazza ha reso come se fosse scoperto dal tessuto, ad eccezione di alcune sottili creste raffiguranti la stoffa.
Gli scultori non duplicano la realtà, sottolinea Phillips.
“Esagerano alcune caratteristiche geometriche, ne minimizzano altre, manipolano le qualità della superficie mediante brunitura e lucidatura” al servizio di creare l’illusione di due o più materiali diversi (come stoffa o pelle) con un solo materiale non correlato da manipolare (come come marmo). “Questo è affascinante”, dice.