La cultura visiva, privata di un adeguato apprendistato e di una conoscenza della grammatica relativa all’arte, è scaduta con l’intrusione della libera espressione cara alla contemporaneità in un territorio minato che non dà spazio a un linguaggio che invita ad un percorso comune.
Nella fase attuale, la nostra proposta mira a un solo obiettivo: il tentativo di rendere più operativo e pregnante un processo edificante di base, cercando di delineare i fondamenti di un senso etico che anima l’attesa della richiesta umana per un sano risveglio dei sensi.
Già da tempo si conosce che l’espressione visiva attraversa tre fasi: il fare, la poiesis e la katarsi, percorsi che sviluppano una sensazione di piacere e di benessere; quando poi ci si immerge nel flusso della coscienza, ci conduce ad una profonda consapevolezza di sé e delle proprie capacità.
Naturalmente, affinché ciò possa avvenire, è necessario considerare che tutto quello che l’arte ha fatto lo ha sempre fatto non solo per mezzo dell’immaginazione ma soprattutto per una costante meditazione e contemplazione del suo tempo storico.
Certamente immaginare e percepire (ovvero captare o assumere i dati della realtà del mondo circostante mediante i sensi e l’intuito) è un modo particolare che non può essere confuso col sistema nozionistico attuale. L’esperienza dovrà essere un modo particolare in cui interviene il vissuto che è nella nostra memoria, e che riaffiora nel momento in cui noi percepiamo la realtà, per diventare nuovamente attuale, rivissuto oppure trasformato e modificato in concomitanza con quel particolare percepire.
L’espressione è il mistero della bellezza.
Edward Bulwer-Lytton
È bene ricordare che il percorso di scoperta non cerca il nuovo, ma si esercita con la finalità nell’educare gli occhi a vedere e non a guardare. Credo che solo in questa prospettiva la nostra attività può contribuire a un risveglio delle coscienze, diversamente saremo condannati ad una produzione del non senso e a perseguire il senso dell’effimero e non il bene dell’essere.
In questo studio naturalmente non si pretende di dire niente di definitivo per la soluzione dei problemi dell’arte ma, sicuramente molte cose potrebbero essere modificate man mano che l’educazione al fare acquisirà propri metodi più rigorosamente razionali, propri modi di comunicazione sempre più efficaci, e soprattutto, propri strumenti di lavoro sempre più operativi.
Naturalmente in questa ricerca il processo dell’immaginazione si articolerà in tre momenti o stadi successivi: espressione-rappresentazione, comunicazione, progettazione. In questa occasione parliamo solo dell’espressione-rappresentazione e l’esprimere dice Herbert Read è un tutt’uno con il percepire, ma con un maggiore intervento di fattori vissuti.
Infatti l’esprimere non lo possiamo limitare alla fotocopia della realtà, ma essa è un modo per manifestare sentimenti e pensieri. L’importanza del pensiero visivo, ovvero della percezione visiva in quanto conoscenza, evidenzia l’alternanza tra il mondo esterno che tramite l’occhio si proietta e imprime dentro di noi, e immaginazione, ovvero il mondo interno che tramite l’occhio si proietta ed esprime fuori di noi, alternanza rappresentata simbolicamente.
Oggi purtroppo l’espressione la confondiamo spesso con l’Autoespressione, ossia con la pura e semplice “espressione di sé”, dei propri sentimenti o stati d’animo intesi come sinonimi di personalità. Ciò ha impedito di comprendere il concetto di espressione, e per di più ha suscitato molti malintesi.
Relativamente alla rappresentazione dobbiamo ricordare che se la scienza presenta le forme analoghe alla realtà data nel senso che la rispecchia fedelmente, le forme dell’arte di frequente “anomale” rispetto alla realtà, si discostano da essa al fine di conoscere una realtà più profonda.
In questo senso l’arte è immaginazione della realtà e le sue forme non sono solo una dedizione passiva, ma anche una proposta attiva. Da questo punto di vista l’Arte è più importante della formazione nozionistica, per il semplice fatto che meglio ci permette di conoscere tramite le forme il mondo dei significati e di pervenire a una più profonda coscienza storica.