Durante l’estate del 2020 fece enorme scalpore una dichiarazione di Elon Musk, l’imprenditore di alta tecnologia recentemente balzato al vertice nella classifica mondiale dei più ricchi, in cui avvertì che in meno di 5 anni l’intelligenza artificiale potrebbe sopravanzare quella umana.
Portandosi con sé, come conseguenza, la rapida scomparsa della razza umana in quanto superata.
Se lo avesse detto chiunque altro la cosa poteva essere liquidata come una boutade, ma dicendola chi è a capo di Tesla Motors, SpaceX e soprattutto NeuraLink, la cosa non può che far riflettere, e molto in profondità.
L’apparizione.
A venti anni di distanza da quando, nel 2001, l’argomento dell’A.I. Intelligenza Artificiale venne introdotto al grande pubblico attraverso il film omonimo, quella che allora sembrava una possibilità remota nel futuro, è già oggi invece massicciamente presente, senza che ne siamo del tutto coscienti, in moltissimi aspetti della nostra vita quotidiana.
Tutti i sistemi elettronici che hanno funzioni di apprendimento sono basati su applicazioni di A.I., dagli algoritmi dei social alle centrali di smistamento dati, ai sistemi di videosorveglianza e a molti altri ambiti della nostra vita.
La ricerca e sviluppo in questi anni è progredita in modo così esponenziale che ora siamo letteralmente circondati da un esercito di cervelli artificiali incorporei sparsi nel web, che sulla base di algoritmi decidono procedure, azionano macchine, movimentano dati e cose che hanno un impatto ogni giorno maggiore sulla nostra quotidianità.
Mentre la massa delle persone continua a percepire questa presenza come vaga, marginale e poco influente.
Segna le mie parole, l’A.I. è molto più pericolosa delle armi nucleari … perché non abbiamo alcun controllo normativo?
ELON MUSK
D’altronde il mito di Prometeo, il gigante che rubò agli dei il fuoco, simbolo del potere del progresso, per regalarlo agli esseri umani che amava, per poi riceverne dagli dei una terribile punizione eterna, conserva il fascino inestinguibile della riflessione sull’essenza stessa dell’umanità.
Perché porta con sé le ineludibili, fatali domande: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo…
Singolare poi che il bambino protagonista del primo film sulla A.I. si chiamasse David, come l’eroe che sfidò il gigante Goliath, e David, allo stesso modo è il nome dell’essere bionico che nel recente film Prometheus, per la regia di Ridley Scott, viene creato da un visionario inventore ed industriale e reso così perfetto da SUPERARE gli esseri umani non solo nel pensiero logico, ma anche negli aspetti emozionali per i quali noi umani siamo convinti di avere una peculiarità pressoché unica.
Sappiamo cioè che da un lato le emozioni sono ciò che può farci deviare dal pensiero logico puro, andando a prefigurare una nostra debolezza, ma d’altra parte portandoci lungo i percorsi imprevedibili dell’Intuizione a risultati inattesi, che con la sola logica non sarebbero stati raggiunti.
Ma se le Intelligenze Artificiali di questi esseri potessero davvero comprendere le Emozioni, che ne sarebbe del genere umano e delle sue peculiarità?
Le domande sul tema della Creazione, poste con sferzante efficacia in questa efficace sintesi video del film Prometheus, aleggiano davanti alla coscienza di ciascuno che non sia distratto o dormiente, e gli Artisti, che per abitudine se le fanno prima di tutti gli altri, stanno riflettendo su un tema, come questo, che può essere decisivo per l’umanità intera.
L’Arte è a contatto in ogni istante con il tema della Creazione. Letteralmente sempre. In ogni singolo gesto che trasforma la materia indifferenziata in Opera, l’artista scandaglia l’idea stessa del creare, e indipendentemente dal livello artistico dell’opera, le dinamiche creative entrano comunque in gioco, producendo risultati a volte modesti, altre volte sbalorditivi.
Che accadrebbe una volta che intelligenze artificiali evolute superassero d’un balzo i problemi di abilità tecnica della rappresentazione pittorica, o scultorea, o di ogni altra disciplina artistica?
Cosa deciderebbero di creare esseri dotati di A.I. privi delle incertezze e variabilità che contraddistinguono la nostra vita di tutti i giorni?
Potrebbero ritagliarsi comunque un posto nel mondo gli umani che intrecciano la loro vita con le difficoltà, i fallimenti e le rinascite?
Forse quell’aspetto di noi che alcuni chiamano Anima, altri Spirito, altri ancora con nomi diversi, è poco trasmissibile attraverso circuiti di silicio. E forse un sentimento come l’Amore è difficile apprenderlo per un software o hardware inanimato.
In ogni caso lo sapremo presto, questione di pochi anni, come dice Musk.